Comunicato associazione 4/12/2020

Ieri è stato presentato – nelle Commissioni Consiliari competenti – il PUR per la Ex-Cavallerizza Reale. L’assessore Iaria ha illustrato come verrà “riqualificata”. Ancora una volta emerge l’intenzione di farne “uno spezzatino”, operazione che non ha nulla a che vedere con le proposte della Cittadinanza che – nell’ormai lontano maggio 2014 – occupò l’immobile per sottrarlo ad una speculazione edilizia certa.

“Le parti permeabili non coperte da edifici”. Con queste esatte parole sono state definite le parti destinate alla fruizione pubblica. In pratica sono stati indicati i viali e i cortili.

Sono passati oltre 6 anni dall’occupazione nel maggio 2014, ma è come se il tempo si fosse fermato. La Ex-Cavallerizza Reale, oggi come allora, è abbandonata, ferita, preda di speculatori.
Da oltre un anno è anche posta sotto sequestro e transennata. L’accesso ai suoi giardini, chiuso.

Durante la presentazione del PUR, l’assessore ha voluto precisare che sono state tenute in considerazione le osservazioni pervenute dai vari portatori di interesse. Ha citato il Comitato di scopo “Comitato Uso Civico Cavallerizza 14:45”, che è il comitato con cui la Città di Torino si appresterebbe a firmare un patto di collaborazione per l’uso del Salone delle Guardie (l’ex-biglietteria del Teatro Stabile Torino).

Ma questo comitato non potrà mai rappresentare tutte le soggettività che nel tempo hanno preso posizione, nell’interesse generale, sulla destinazione futura della Ex-Cavallerizza Reale.

Coloro che nel 2014 hanno liberato dal degrado la Ex-Cavallerizza Reale avevano come primo obiettivo di riportare questo patrimonio dell’umanità nella disponibilità di Tutt*.

La comunità di riferimento lo ha chiarito in diverse occasioni e successivamente – nel 2017 – ha intrapreso un percorso volto a far sì che la Ex-Cavallerizza Reale fosse riconosciuta dalla Città di Torino come Bene Comune Emergente e che su di essa si applicassero i principi dell’Uso Civico e Collettivo Urbano.

Questo percorso pubblico ha portato, nel maggio 2018, alla stesura di una Carta di autogoverno nella quale sono riassunti i principi attraverso i quali un Bene Comune può [e deve] essere gestito in regime di autogoverno da una comunità di riferimento.
Mai e poi mai è stato chiesto dalla Cittadinanza partecipante di sottoscrivere un “patto di collaborazione” con la Città di Torino; infatti questo strumento si ispira ai principi propri del diritto privato e da tale patto sono perciò esclusi i non sottoscrittori del medesimo.
L’Uso Civico invece si basa sul presupposto opposto: l’inclusione.
Ad essere riconosciuta dalla Città è la modalità di gestione di un Bene, dove sono le pratiche assembleari pubbliche ad essere centrali, libere, attraversabili da tutti i Cittadini.

Ci chiediamo in quale momento, in un percorso per rivendicare una Ex-Cavallerizza Reale completamente pubblica e pienamente attraversabile, si sia deciso di cambiare direzione, riducendosi ad accettare di farsi concedere un piccolo spazio a condizioni e regole scritte da altri.

La Sindaca e la sua amministrazione stanno dimostrando con i fatti di non aver mai avuto l’intenzione di supportare realmente il percorso per restituire la Ex-Cavallerizza Reale alla Cittadinanza – ma non solo, dal momento in cui si tratta di un bene tutelato dall’UNESCO dal 1997 e che fa parte del centro di comando di età barocca in uno con il Teatro Regio, l’Armeria Reale, la Biblioteca Reale, fino al Palazzo Reale ed i Giardini Reali.

Invece di sperimentare un innovativo modello di gestione di un bene comune e di restaurare il complesso con interventi conservativi hanno preferito cedere alle logiche di mercato e di sistema – nascondendosi dietro a questioni di “non fattibilità” e di “impraticabilità”.

Il bene per la Cittadinanza, per la Collettività, bisogna innanzitutto volerlo affinché diventi fattibile e praticabile.
https://cavallerizzareale.wordpress.com/…/osservazioni…/

Per approfondimenti: https://www.facebook.com/…/a.230030843…/1171392066300378
Per aspera sic itur ad astra

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